03 settembre 2005

Impero Romano d'Oriente 330-1453 la sua storia


Bisanzio la nuova Roma

Bisanzio, ovvero lo Stato imperiale romano che si perpetua per oltre mille anni sul Bosforo, ove gli stessi abitanti, ben lungi dal considerar sé stessi Greci, si definivano Romani, eredi dei Cesari e legittimi detentori dell'eredità politica ed istituzionale di Roma. Bisanzio, la città che Costantino il Grande inaugurò quale sua capitale l'11 maggio del 330, un lunedì; Costantinopoli, la Città d'Oro, la Regina delle Città, il ricettacolo d'ogni meraviglia, ammirata e temuta, capitale di quella che fu la Superpotenza del medioevo per 1123 anni e 18 giorni, fino a quel fatale martedì 29 maggio del 1453, quando Mehmet II pose fine ad una gloriosa storia politica.

Un'avventura lunga più di 1000 anni

Un'avventura lunga e gloriosa che tuttavia –e non solo nell'immaginario collettivo- è vista ancora quale stanco e interminabile strascico d'una romanità decadente. Bisanzio, ovvero un millennio d'intrighi, di vacue dispute teologiche, d'oscura e stanca retorica.

Il nostro progetto

Ed è con l'ambizione di tacitare tali luoghi comuni che nasce questo progetto, destinato a contribuire a far svanire le nubi ed i fantasmi che ancora, ostinatamente, velano ed oscurano la millenaria vicenda di quello che siamo soliti definire Impero bizantino, perfetta sintesi di continuità e di trasformazione dell'eredità romana con le esigenze delle mutate situazioni territoriali, politiche, economiche e culturali, in grado di accogliere tra le sue tolleranti braccia popoli, culture e idee in nome dei grandi principî della fedeltà all'Impero, della lingua greca e, soprattutto, del Cristianesimo. Un'avventura lunga e gloriosa, dunque, che vide la permanenza di una società urbanizzata anche in secoli bui, che vide una vitalità culturale impressionante, tanto brillante da resistere al crollo politico e da influenzare il nostro Rinascimento, che diede vita ad uno Stato sostanzialmente laico, sia pur dominato da un sovrano santo e da Dio scelto, e che godette di una burocrazia di rara efficienza e di una classe dirigente varia, colta ed operosa. Nel nome del rispetto e della conservazione di quell'ordine da Dio costituito che era l'ideale principe.


Collaborano a questo progetto (in rigoroso ordine alfabetico)

Mario Gallina ( Università di Torino )
Gianclaudio Macchiarella ( Università di Venezia )
Enrico Maltese ( Università di Torino )
Gaetano Passarelli ( Università di Roma )
Giorgio Ravegnani ( Università di Venezia )
Silvia Ronchey ( Università di Siena )